PASSO N. 6
Psi: Oggi vorrei dirti qualcosa a proposito di ciò che generalmente le persone chiamano “Motivazione”. Come ormai avrai capito, io mi occupo di tutti quegli aspetti che riguardano gli esseri viventi. E così mi interesso anche dei “motivi” che spingono uomini e donne a fare o non fare questo o quello. Di fatto, si parla di “motivazione” quando ci si trova di fronte ad una spinta a fare e di “de-motivazione” quando, al contrario, ci si orienta a non-fare.
Di sicuro, anche tu, proprio in questo esatto momento, ti senti motivato in ordine a qualche aspetto della tua attuale condizione e contemporaneamente de-motivato rispetto a qualche altro aspetto della tua esistenza. Alcune cose hai voglia di farle, altre no.
Tu: È probabile che sia così ma comunque devo pensarci un po’. Al riguardo, le idee non sono ancora del tutto chiare. Del resto, mi ricordo che qualcuno (non ricordo chi) ha detto che “quando ti sembra di aver capito tutto, vuol dire che non hai capito niente”. Continua però col tuo racconto perché il tema mi interessa.
Psi: Voglio cominciare con una storia, la storia di un Cavaliere, del suo Scudiero, del nobile Signore (la Morte) e di una partita a scacchi. Stai a sentire.
In riva al mare, all’alba, il Cavaliere alza la testa e si trova di fronte il Nobile Signore:
– “Chi sei ?”
– “Sono la Morte”
– “Sei venuta a prendermi?”
– “È già da tempo che ti cammino appresso”
– “Me n’ero accorto”
– “Sei pronto?”
– “Il mio spirito lo è, non il mio corpo”
Il Cavaliere sapeva che alla Morte piaceva giocare a scacchi e così la sfida: “Finché ti resisto, mi lascerai vivere. Se ti do scacco matto, mi risparmierai. D’accordo?”
La Morte accettò la sfida e la partita ebbe inizio.
Il Cavaliere era un Crociato di ritorno dalla Terra Santa insieme al suo scudiero. Il primo credeva in Dio e il secondo era invece non credente.
La motivazione che spingeva il Cavaliere a sfidare la Morte doveva essere ben forte: non voleva avere fede nella fede degli altri. Voleva che Dio gli si manifestasse direttamente, in prima persona. Lo scudiero (ateo) continuava a sostenere che Dio non esiste ed ecco perché il Cavaliere non ha e mai avrà risposta. Dio tace semplicemente perché non esiste. Questa era l’opinione dello scudiero.
Dopo una serie di peripezie, la partita si conclude con la vittoria della Morte (c’era da aspettarselo…). Ed allora il cavaliere le chiede di svelargli tutto ciò che ella sa su Dio:
-“Tu, certo, ne sai più di ogni altro”)
La Morte non risponde
– “Ma allora tu non sai niente ?”
– “Non mi serve sapere”, risponde la Morte. Continuando “Quando ci incontreremo di nuovo, sarà giunta la tua ultima ora, per te e per i tuoi compagni di viaggio”.
E così è stato.
L’unico a salvarsi e a sfuggire alla Morte è stato un saltimbanco/attore, sua moglie e il suo figlioletto. Jof (questo il nome del giocoliere) era un sognatore, un visionario. Ed è per questo che aveva visto il Cavaliere giocare a scacchi con la Morte. Tutti gli altri non la potevano vedere e credevano che il Cavaliere si divertisse da solo a muovere i pezzi sulla scacchiera. Così lui e la sua famigliola sono riusciti a fuggire nella foresta, lontano dalla Morte e dagli altri compagni del Cavaliere.
Il punto è importante: si pensa che alla base di ogni motivazione umana vi sia necessariamente e sempre un sogno. Ecco allora che proprio perché sognava il saltimbanco/attore ha potuto salvarsi. Sognando, si è accorto di ciò di cui nessun altro si era accorto.
In conclusione: la motivazione che spingeva il Cavaliere a sfidare la Morte riguardava la necessità di sapere se Dio esiste. Voleva continuare a vivere fintanto che non avesse avuto la certezza dell’esistenza di quel Dio per il quale aveva combattuto in Terra Santa. Lo scudiero il problema non se lo poneva. Non credeva all’esistenza di Dio e basta.
Il giocoliere/attore e la sua famiglia sono stati gli unici a sfuggire alla Morte in quanto Jof – sognando – ha potuto beffarla.
Tu: Allora questo vorrebbe dire che i momenti bui e tristi che ognuno di noi vive, possono essere superati sognando, come dici tu ?
Psi: In un certo senso, sì. Aggancia il tuo pensiero alle nuvole che corrono nel cielo. E, immaginando, fallo correre verso il mondo che vorresti migliore, dove poter vivere un po’ più contento. Un mondo che, solo per il fatto di essere “sognato” e “immaginato”, può senz’altro esistere.
Tu: Ma, al di là delle storielle e delle fantasie, non potresti darmi qualche informazione più precisa sulla natura delle motivazioni umane ? In poche parole, di che cosa si tratta ?
Psi: Ci provo. Bisogna però che prima chiarisca un concetto importante. Il concetto di “omeostasi”, concetto che sta a indicare la tendenza di un qualsiasi organismo a mantenere il proprio equilibrio e in questo senso ogni essere vivente adotta le strategie comportamentali più opportune.
Vi sono allora due tipi di motivazione:
1. Le motivazioni omeostatiche, che hanno il fine di riportare l’equilibrio alterato. Fame, sete, sonno, dolore, caldo, freddo fanno parte di quest’ordine di motivi di natura fisiologica. Il senso di fame, per esempio, segnala l’alterazione di uno specifico equilibrio.. In questo caso, cerchiamo (siamo motivati…) di mangiar qualcosa per ritornare in equilibrio. E ciò vale per il sonno, la sete, il caldo, il freddo, il dolore.
Fanno pare delle motivazioni omeostatiche anche i motivi connessi con la necessità di far sopravvivere la specie. Quindi: cura della prole, sessualità, difesa dai nemici.
2. Le motivazioni antiomeostatiche non rispondono alla riduzione di un bisogno (come quelle omeostatiche e fisiologiche), ma mettono piuttosto in evidenza il bisogno di stimolazione dell’organismo, quindi la tendenza alla rottura dell’equilibrio. Hanno a che vedere con il mondo sociale e con il mondo ideale (elaborazione di progetti, realizzarne degli ideali, realizzazione di sé, tanto per fare qualche altro esempio).
Tante altre cose ci sarebbero da dire sulle motivazioni umane e non è escluso che te ne possa parlare fra qualche altro passo. Per il momento spero e credo di avertene data un’idea di massima.
Tu: Grazie e alla prossima.
La storia del Cavaliere e della partita scacchi con la Morte è tratta dal film “Il Settimo Sigillo”, di Ingmar Bergman. La sceneggiatura del film è stata pubblicata dall’editore Iperborea, Milano, 1996.
La voce “Motivazione” è ben descritta nel Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti, UTET, Torino, 1992. Un intero capitolo è dedicato alle Motivazioni in: Renzo Canestrari, Psicologia generale e dello sviluppo, CLUEB, Bologna, 1984.
LO SPIRITO FOLLETTO