Senza mostri le ali si piegano verso il fondo dell’umida terra.
Le finestre non “mostrano” più e il cielo acceca le secche iridi.
La punta dei piedi si fa pungiglione mentre nel nulla sprofonda l’assenza.
La mostruosa noia del comune accomuna mentre lenti si sgretolano i castelli dell’aria troppo tersa.
Non c’è via per il viandante senza che le sue ombre l’accompagnino. Non c’è nebbia né fuliggine là dove il passero canta la gioia del nuovo dì.
Resta vuota la finestra, i piedi verso il basso mentre vola alto il pensiero nostalgico.
Senza mostri, né respiro, né allegria. Da lì rinascono le ripartite, ardue le risalite eh?
Di malinconie dorate nel burro, gioca il tempo che va… Va! Lui va e va e va e va e va sempre più in là.
Non si può, tanto in là non si può.
Si torna perché di mostruoso resta soltanto il nulla. Il nulla non basta mai.
Si torna.
PUBBLICATO DA NOIR
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