MATERNITY BLUES. DAL PENSARE: “NON SONO UN BUONA MADRE” ALL’ESSERE UNA MADRE SUFFICIENTE BUONA.

Quando pensiamo alla maternità, a causa forse di un’educazione catto-cristianocentrica, la prima figura che ci viene in mente è Maria, la madre di Gesù, la madre di noi tutti. Pensate ad una donna che sta per diventare madre per la prima volta e si trova a doversi confrontare da subito con la Vergine Maria, con un’icona di perfezione assoluta. Capite benissimo che le aspettative   delle neo mamme e di chi sta loro intorno sono portate ad un livello talmente alto che il rischio di caduta è inevitabile. Oggi parliamo di Maternity Blues.

La maternità per una donna è un evento di una portata emotiva e fisica enorme. Il giorno prima sei seduta sul divano insieme al tuo compagno e il giorno dopo dentro di te si sta facendo strada una nuova vita, e non servono test diagnostici a confermarlo perché una donna lo sente quando diventa madre. Inizia una danza in cui il suo corpo e la sua mente si aprono per accogliere la nuova vita, una danza che dura settimane, dura mesi. E una volta scopertesi madri, si fa conoscenza anche di quanto ci si possa sentire tutto e il contrario di tutto, si scopre come sentimenti ambivalenti mai provati possano accompagnarci per tutto il viaggio che porta alla nascita del proprio figlio. Anche nell’arte la maternità ha sempre avuto rappresentazioni ambivalenti da Van Eyck, Raffaello,  Gauguin , Picasso , Klimt per passare a rappresentazioni con delle tonalità scure come in Frida o Morisot. Mettersi in contatto con i propri sentimenti ambivalenti diventa molto importante perché serve passarci attraverso.

Il momento del parto è un momento meraviglioso e andrebbe accolto come un passaggio, ma spesso è proprio poco prima del parto che iniziano a sorgere i primi timori in una madre. La percezione di non sentirsi capaci di partorire, non sentirsi capaci di interrompere quella relazione intrauterina col proprio bimbo per costruirne una nuova al di là del proprio Sé. Tutto questo sentire può portare a veri e proprio momenti di tristezza generalizzata, una donna può sentire quello che noi chiamiamo Maternity Blues.

La Maternity Blues è una sindrome transitoria in cui consistono una serie di sintomi psichiatrici e psichici. Accade nel 50/70 % dei casi e il 20% può trasformarsi in un vera depressione post parto. La principale differenza con la depressione post partum è proprio il suo carattere passeggero, infatti si manifesta in genere al 3-4 giorno dopo il parto e rientra tutto entro una settimana/dieci giorni Qualora dovesse protrarsi più a lungo di una settimana, è necessaria una maggiore attenzione per scongiurare il rischio che si trasformi in qualcosa di più grave

Vediamo insieme 5 caratteristiche della sintomatologia della Maternity Blues

  1. Deflessione timica con sentimento di inadeguatezza a svolgere il ruolo di madre.  Ovvero c’è un calo del tono dell’umore e tutta l’ambivalenza viene fuori. I sentimenti predominanti sono: “Non sono una buona madre”, “Non sono capace di prendermi cura del mio bambino”
  2. Risultano assenti affetti positivi verso il neonato. Tutte quelle attitudini di cura e protezione sembrano mancare nella relazione col proprio bambino, 
  3. Disforia e labilità emotiva. Può passare da improvvise crisi di pianto a comportamenti carichi di rabbia e aggressività.
  4. Insonnia
  5. Un generale rallentamento psichico e fisico.

La Maternity Blues è conosciuta anche con il nome di Baby Blues e necessita di essere valutata e seguita in tutto il decorso. Ciò che influisce maggiormente sulle donne che vivono questa fase post parto è l’ambiente circostante.

Le neo mamme hanno bisogno di sentirsi ascoltate, di sentirsi capite, non sono in cerca di consigli su come ci si debba comportare da madre, cosa debba fare una madre, come deve prendersi cura del proprio figlio, questo atteggiamento non fa che rafforzare dentro di loro il sentirsi inadeguate al ruolo di madre. Evitiamo frasi del tipo “Passerà” “ Cosa vuoi che sia, ci siamo passate tutte” “ Starai esagerando, è solo un po’ di stanchezza” ….Ecco che queste frasi diventano ulteriori macigni da cui sentirsi schiacciate. 

Quando ci avviciniamo ad una neo mamma ricordiamoci sempre che dentro c’è una donna e c’è una mamma e dovremmo avere maggiore rispetto di entrambe le due dimensioni, pertanto l’unica cosa che bisogna fare è ascoltarle e fargli sentire la propria vicinanza fisica ed emotiva

Dr. Antonio Viscardi

Dottore Magistrale in Psicologia Clinica e della Riabilitazione

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One Reply to “”

  1. La maternità è un’esperienza sempre diversa e sorprendente. La vicinanza emotiva e la capacità di ascolto del padre del nuovo nato è forse uno degli antidoti più efficaci della depressione che ne può susseguire. Ho sempre pensato che quella leggera tristezza che anche io ho provato per ben tre volte dopo la nascita delle mie figlie fosse dovuta anche a quello strano senso di vuoto che veniva dal non avere più la mia bambina dentro di me. Attraverso la nascita, ogni madre consegna e affida il proprio figlio al mondo.

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