NON RINUNCIAMO MAI AD UN LIBRO (GIOCO INTERATTIVO). È la proposta di Laura, Dia43, che facciamo nostra.

Dia43 (Laura) ha lanciato sul proprio blog un gioco che, con la sua autorizzazione, riproponiamo anche ai nostri lettori e lettrici (volontari, volontarie, coordinatrici, educatrici, tirocinanti, viandanti della rete).
Non rinunciamo mai ad un libro: ognuno scriva nei commenti il titolo di un libro che considera come fondamentale e irrinunciabile. Laura ricorda (con Fabrizio Caramagna) che “Leggere un libro non è uscire dal mondo ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso”. E nel mondo dell’epidemia da Covid19 è assolutamente necessario individuare ingressi alternativi alle abitudini di vita correnti e consolidate. Abbiamo avuto già modo di sottolineare – con Corrado Augias – l’importanza della lettura e promuoverne la cultura assume le caratteristiche di obiettivo didattico imprescindibile. E ciascuno di noi potrebbe canticchiare (con Luca Bassanese, “Passerà, Survival Song”), «Lascia stare la tastiera, metti giù il telecomando, rendi libera la mente, leggi un libro, non c’è inganno».
Restiamo in fiduciosa attesa delle vostre risposte: scrivere il titolo di un libro che vi sta a cuore comporta un impegno di non più di cinque secondi. E il blog si animerà di pensieri colorati.
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21 Replies to “NON RINUNCIAMO MAI AD UN LIBRO (GIOCO INTERATTIVO). È la proposta di Laura, Dia43, che facciamo nostra.”

  1. Questo del libro è un tema per me particolarmente ampio. Leggere e soprattutto scrivere sono attività che ho sempre amato, e ancor di più da quando alle scuole superiori frequentando il Liceo Classico, ho partecipato ogni anno al Progetto Gutenberg, un progetto meraviglioso di lettura di testi nel corso dell’anno scolastico di cui poi si discuteva direttamente con gli autori in occasione delle rispettive conferenze.
    Ho conosciuto tanti scrittori in quegli anni, tra cui, ad esempio, Ernesto Galli della Loggia o Vandana Shiva. Ho letto testi veramente meravigliosi.
    Premesso che lo scrittore italiano che più amo è Luigi Pirandello, infatti ho letto tutti i suoi testi, vi sono altri testi di scrittori particolarmente noti che ho molto apprezzato, per esempio “Come un romanzo” di Daniel Pennac o “L’Emilio” di Jean-Jacques Rousseau.
    Eppure, in quegli anni, mi ha colpita in particolar modo il libro “I frutti dimenticati” di Cristiano Cavina. E’ un testo che a volte può sembrare rapido, semplice, ma in cui io ho spesso trovato una scrittura intelligente e profonda. E’ un libro che fa riflettere su quel “voltarsi indietro” che spesso risulta difficile. Vi sono momenti di divertimento, momenti struggenti, momenti commoventi e particolarmente uno, ovvero quello del primo incontro con il figlio nato prematuro, proprio lui che da suo padre era stato abbandonato e che quindi incontra quello che definisce “un figlio invisibile”. E’ un protagonista che si trova a fare i conti con “i frutti dimenticati” che ha dentro. Non so perché questo libro mi abbia colpita così tanto, o forse sì, probabilmente perché nella mia vita sono sempre stata attratta da quelle persone che hanno vissuto un’infanzia difficile, quelle persone che portano il passato come un macigno e che quindi hanno un universo dentro gli occhi.

    Cristina

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  2. Grazie mille per l’iniziativa. Aggiungo un libro alla lista. Il Gabbiano di Checov. Non è un’opera importantissima per la nostra cultura, ma vale assolutamente la pena leggerle e poi si tratta di pochissime pagine scritte come in copione teatrale.
    Altro consiglio è Cacciatore di Aquiloni di Hosseini e Qualcuno con cui correte di David Grossman

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    1. Scegliere un libro solo non è mai facile, se quello sopra è il primo che mi viene in mente tra i preferiti sarebbe anche curioso sapere quali letture ci hanno accompagnato durante la quarantena e ci hanno magari aiutato a vivere altre realtà: ad esempio nel mio caso “il tè nel deserto” di P. Bowles mi ha permesso di “viaggiare” sia nel Sahara sia nella vita dei personaggi.

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  3. Già scegliere i dieci libri di una vita è un’impresa ardua, ma sceglierne uno solo è davvero epico! Lasciando perdere i grandi classici di formazione letti in gioventù, tra le letture della maturità credo fondamentale “Vita e destino” di Vasilij Grossman. Raccontando della lotta per la liberazione di Stalingrado, Grossman illustra in realtà l’umanità in ogni sua sfaccettatura; ci mostra come in nome di un bene supremo si compiano le nefandezze più incredibili, e allora la lettura è sempre più interessante perché ci apre uno spiraglio sul male contemporaneo e ci aiuta a capire i meccanismi che lo muovono.

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  4. Un libro per me irrinunciabile è senza dubbio “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda. Da poco scomparso, credo ci abbia lasciato un grande insegnamento: ascoltare se stessi, capire chi siamo e volare con fiducia verso il nostro destino, che sia un destino di gabbiana oppure di gatto. Perché anche destini diversi si possono incrociare e arricchire a vicenda.

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