E TU, CHE TIPO DI VOLONTARIO / FOMATORE / EDUCATORE SEI?

Ogni attività svolta per conseguire gli obiettivi che volontari, educatori e formatori via via si danno, ha a che vedere con una serie sia di modelli espliciti come di “fantasmi” che conferiscono a questo lavoro un aspetto insieme esaltante, inquietante e deludente.
Otto sono le possibili modalità di interpretare il proprio ruolo da parte di volontari / formatori / educatori:
1. Dare buona forma
2. Guarire e restaurare
3. Favorire la nascita e lo sviluppo
4. Interpretare tutto ciò che accade
5. Volere cambiare il mondo
6. Dedicarsi a… e farsi carico delle sorti altrui
7. Liberare dai tabù e dai divieti
8. Tentare di rendere l’altro folle

IL DARE BUONA FORMA
Il termine “formatore” (e, per estensione e analogia i concetti di educatore e volontario) ha a che vedere con il concetto di “forma”. E’ quindi colui che si interessa alle forme viventi per de-formarle, ri-formarle, tras-formarle. Trovandosi di fronte a persone – adulti, adolescenti o bambini che siano – che hanno una “forma” considerata inadeguata, assume il compito di sostituire a questa “forma” imperfetta, una forma buona, ideale. Questo voler dare “buona forma” implica e comporta – che lo si voglia o meno – la privazione delle personali esperienze dei “formandi”. Si tende a negare il loro vissuto, la loro angoscia, il loro procedere a tastoni per sostituire a tutto ciò (a ciò che realmente sono) una “forma” fissa, ripetitiva e, nella sostanza, mortifera.

GUARIRE E RESTAURARE: IL TERAPEUTA
La volontà di guarire e restaurare l’altro affonda le radici in due discutibili ipotesi: la prima presuppone uno stato stabile dell’organismo (stato di salute), stato che è stato perturbato da agenti esterni: virus, società, infanzia o adolescenza difficili e che andrebbe perciò “restaurato”, presupponendo che l’individuo fosse portatore di un’originaria salute che si tratta di ritrovare. La seconda ipotesi implica una perfetta reversibilità dell’organismo che, una volta “guarito” – fisicamente e psichicamente – non risentirebbe più della “malattia”.

FAVORIRE LA NASCITA E LO SVILUPPO: IL MAIEUTA
In questo caso non si tratta di “restaurare” ma di far nascere, di favorire sviluppo e maturazione. Il presupposto implicito riguarda la bontà originaria dell’essere umano. In questo caso, verranno adottati atteggiamenti empatici, ponendosi in una posizione di ascolto partecipato e attivo: il clima favorevole favorirà l’emergere di ciò che si è. Piccolo problema: siamo proprio sicuri che l’uomo sia naturalmente buono?

INTERPRETARE TUTTO CIO’ CHE ACCADE: L’INTERPRETANTE
Esprime la volontà di interpretare tutto. Ci si trova di fronte a un meccanismo particolarmente inquietante perché presuppone la possibilità di spiegare tutto ciò che accade. Dietro questo atteggiamento si profila la volontà di potenza, cioè la convinzione di avere diritto di parola in quanto depositari del sapere.

VOLERE CAMBIARE IL MONDO: IL MILITANTE
E’ colui che immagina di poter pilotare i cambiamenti del mondo. Si è fatta l’idea che il male sia situato completamente al di fuori dei partecipanti: tutto il male è dovuto alla società e le persone non colludono in alcun modo con il sistema in cui vivono. Viene da sé che –comunque – non deve essere negata la responsabilità dei dirigenti delle istituzioni e delle organizzazioni che hanno contribuito a forgiare la società ad immagine del loro progetto storico fondato sull’ineguaglianza. Ma ciò non deve farci perdere di vista il problema fondamentale: quello della convivenza possibile tra dominante e dominato, fra persecutori e perseguitati.

DEDICARSI A…FARSI CARICO DELLE SORTI ALTRUI: IL RIPARATORE
Tende a riparare, per quanto possibile, il male che è stato fatto; si trasforma in buon samaritano, considerandosi al servizio degli altri. Problema su cui riflettere: riparando, salvando, aiutando, occupandosi degli esclusi, dei falliti, dei rifiuti della società, non si contribuisce – forse – a tenere in piedi le strutture di esclusione? Non potrebbe essere vero che, proprio perché esistono dei “riparatori”, coloro che fanno i danni possono continuare a farne impunemente?

LIBERARE DAI TABU’ E DAI DIVIETI: IL TRASGRESSORE
E’ colui che dissolve i limiti, che fa scoprire i piaceri del corpo e dei sensi; lo splendore dell’evento e dell’istante. Considera la società fondamentalmente repressiva e le istituzioni l’espressione diretta degli interessi della classe dominante. Ha come vocazione quella di favorire l’emergenza della spontaneità, della festa. Suo intento è quello di provocare le istituzioni.

TENTARE DI RENDERE L’ALTRO FOLLE: IL DISTRUTTORE
“La via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni”: il desiderio di formare può essere inficiato dal desiderio di segno opposto: deformare, frantumare, spezzare l’altro. Il desiderio di guarire può essere una formazione reattiva al desiderio di rendere l’altro malato.
L’articolazione del ragionamento e delle ipotesi presentate trae spunto dal saggio di E. Enriquez (Ulisse, Edipo, la Sfinge. Il Formatore tra Scilla e Cariddi, Milano, Feltrinelli, 1980).

Lo Spirito Folletto

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